domenica 6 maggio 2007

I rapporti con il Minculpop


Nell'analizzare le tematiche fotografiche elaborate e diffuse dall'Istituto Luce, è di notevole importanza effettuare uno studio sui rapporti fra l'Istituto stesso ed il Ministero della Cultura Popolare (Minculpop). Se i decreti emessi negli anni predispongono la vigilanza del Minculpop sul Luce, le disposizioni del Minculpop delineano invece come si realizzi tale controllo sulle fotografie prodotte. Le disposizioni, infatti, agiscono con una duplice forma di azione, sia effettuando delle vere e proprie commissioni, affinché vengano realizzati servizi fotografici su determinati argomenti; sia agendo, in secondo tempo, sugli organi di stampa, incidendo direttamente sulla gestione, sulla scelta, sulla collocazione della fotografia, instaurando quella che Cannistraro ha definito la fabbrica del consenso.
Le disposizioni emesse negli anni dal Minculpop, a tal punto, rappresentano le premesse ideologiche e le finalità propagandistiche delle fotografie non soltanto del Luce, ma spesso anche dei fotografi delle altre agenzie private, che per evitare di effettuare immagini che poi saranno colpite dal vaglio della censura, spesso si adeguano a tali direttive.
Il contenuto di simili disposizioni, così, assume una notevole importanza per analizzare e comprendere quale sia stato il ruolo della fotografia nell’apparato propagandistico del regime fascista, essendo il Minculpop non soltanto il censore di tali immagini fotografiche, ma un vero e proprio committente dei temi ufficiali e dei messaggi visivi che l’Istituto Luce deve tradurre attraverso la sua rappresentazione fotografica.


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2 commenti:

Stefano Mannucci ha detto...

Puoi lasciare qui commenti, domande, riflessioni sull'argomento e sul libro. Per contattare privatamente l'autore, invece, scrivi a mannucci.stefano@gmail.com

Anonimo ha detto...

Well said.