Durante gli anni di Salò, alcune tematiche ricorrono spesso nella produzione fotografica dell’Istituto Luce: la rinascita delle forze armate, l’adesione dei giovani che si presentano ad arruolarsi nelle caserme, la militarizzazione delle donne, la ribadita fratellanza con i tedeschi. La censura continua a colpire l'Istituto, e così le immagini della fucilazione di Ciano e De Bono vengono occultate, e saranno ritrovate soltanto nel dopoguerra. Anche il culto del duce tende a scomparire. Il corpo di Mussolini, sempre più provato dai malanni, non permette più la sacralizzazione che per tutto il ventennio era stata incentrata su di lui.
In un'Italia ormai divisa in due, la fotografia del Luce viene spesso usata per cercare di attestare la contrapposizione fra «l’Italia invasa», dipinta sempre in drammatiche condizioni economiche e sociali, e «l’Italia repubblicana fascista», per celebrare così la Repubblica Sociale come un baluardo di civiltà. Tale propaganda di contrapposizione iconografica, più che alla fotografia stessa, è spesso affidata alle didascalie apposte su di essa. Ad attestare come gli americani stiano riducendo l’Italia in schiavitù, gli apparati della propaganda si appropriano anche di alcune fotografie di soldati americani. Ecco allora le fotografie ricordo dei soldati americani sorridenti, mentre si lasciano lustrare le scarpe da qualche sciuscià del meridione, divenire nei manifesti della Rsi un arcigno zio Sam dominare il mondo e schiavizzare la popolazione italiana. Ne nasce una battaglia iconografica fra la propaganda di Salò e quella statunitense, con fotografie e manifesti che vengono usati per demonizzare il nemico o celebrare se stessi.
In un'Italia ormai divisa in due, la fotografia del Luce viene spesso usata per cercare di attestare la contrapposizione fra «l’Italia invasa», dipinta sempre in drammatiche condizioni economiche e sociali, e «l’Italia repubblicana fascista», per celebrare così la Repubblica Sociale come un baluardo di civiltà. Tale propaganda di contrapposizione iconografica, più che alla fotografia stessa, è spesso affidata alle didascalie apposte su di essa. Ad attestare come gli americani stiano riducendo l’Italia in schiavitù, gli apparati della propaganda si appropriano anche di alcune fotografie di soldati americani. Ecco allora le fotografie ricordo dei soldati americani sorridenti, mentre si lasciano lustrare le scarpe da qualche sciuscià del meridione, divenire nei manifesti della Rsi un arcigno zio Sam dominare il mondo e schiavizzare la popolazione italiana. Ne nasce una battaglia iconografica fra la propaganda di Salò e quella statunitense, con fotografie e manifesti che vengono usati per demonizzare il nemico o celebrare se stessi.
Se la Liberazione di molte città non viene fotografata dall’Istituto Luce, ancora più negata è, infine, l’esperienza della Resistenza. Rare sono le fotografie del Luce a proposito, e per il più concentrate a raffigurare alcune azioni di rastrellamento e gli interrogatori degli uomini della X Mas, con l’intento di encomiare l’opera di polizia dei soldati. Ma la morte presto inizierà ad apparire nelle fotografie dei soldati e dei privati. Come nelle immagini private riprese nei Balcani durante gli anni precedenti, raffiguranti le esecuzioni di civili, e testimonianti i crimini di guerra commessi dagli italiani. Macabre scene di morte, che presto riempiranno anche le piazze delle città italiane.
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