domenica 6 maggio 2007

L’organizzazione del Reparto Guerra

Qualche settimana prima dell'ingresso dell'Italia nel conflitto mondiale, l'Istituto Luce costituisce un apposito Reparto Guerra, composto da numerose squadre di operatori cinematografici e fotografi, che vengono dislocate presso le diverse Forze Armate e sui diversi fronti, pronte così ad effettuare la documentazione del conflitto venturo. Intanto, durante i mesi di non belligeranza, il Minculpop predispone la politica iconografica su come la fotografia debba sensibilizzare la popolazione all'evenienza della guerra. Le disposizioni alla stampa, ed i rapporti ai giornalisti tenuti da Pavolini, vanno, così, ad indicare quali siano i perni del regime nella rappresentazione ufficiale del conflitto. Un'estetica della guerra, che si ricollega alle precedenti forme di rappresentazione iconografica che hanno accompagnato i conflitti del Novecento.
La fotografia scongiura l’idea della morte e del dolore, non documenta la morte nella sua oggettiva atrocità, nel suo dolore, ma semmai celebra la gloria che tale morte apporta al soldato. La fotografia deve tranquillizzare il fronte interno, mantenere sempre più saldo lo spirito nazionale, stringere ed ampliare il sostegno ed il consenso del paese alla politica del regime. Non deve esistere un'immagine dolente dei feriti. Ma a volte i fotografi del Luce non interiorizzano pienamente simili direttive, e così la realtà dai fronti emerge tangibile nelle fotografie, seppure in piccoli dettagli. A questo punto, interviene la censura a ripristinare il quadro iconografico, entro cui gli operatori devono attuare la rappresentazione del conflitto.


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1 commento:

Stefano Mannucci ha detto...

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