domenica 6 maggio 2007

La campagna in Russia e la rappresentazione della sconfitta

Apertosi un nuovo fronte di guerra in Russia, gli operatori del Reparto Guerra, giunti al seguito delle truppe, perpetuano la metodologia visiva effettuata fino ad allora. In molte fotografie del Reparto si cerca di attestare la tranquillità del fronte. Il conflitto sembra lontano dai soldati italiani, sempre ripresi in situazioni di piena incolumità, e la sua stessa esistenza è semmai ricordata dalle immagini delle colonne di prigionieri russi, che ogni tanto marciano fra i soldati italiani e tedeschi. Le immagini delle battaglie vengono spesso ricostruite dopo gli eventi. Le fotografie cercano anche di simbolizzare e celebrare la sconfitta del comunismo, attraverso le immagini di soldati che posano accanto a statue di Lenin divelte e gettate a terra. Se la morte dei propri soldati viene negata, quella del nemico, invece, viene a volte ricostruita.
Nel frattempo, l'Italia perde anche le proprie colonie. L'Istituto Luce, a questo punto, è incaricato di fotografare le operazioni per il rimpatrio dei contingenti italiani in partenza dall’Africa Orientale. La fotografia tende a celare la delusione delle disfatte in Africa dell’esercito italiano, per spostare l’attenzione dell’opinione pubblica sull’immagine paternalistica del regime, prodigo a far rientrare i coloni incolumi in Italia. La guerra è ancora lontana nelle fotografie del Luce. I soldati sono ripresi fra le placide coste francesi; i coloni vengono fotografati in viaggi che sembrano vacanze. Ma la realtà è diversa. Così nelle fotografie del Luce, effettuate con l'intento di testimoniare gli spettacoli promossi sui fronti dalle organizzazioni del regime, spesso inziano ad affiorare, sui visi di molti soldati, i segni della stanchezza per una guerra non sentita come propria.


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1 commento:

Stefano Mannucci ha detto...

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