domenica 6 maggio 2007

L’Italia entra in guerra

Abbandonata la non belligeranza, i fotografi del Reparto Guerra seguono i soldati impiegati sui vari fronti del conflitto, testimoniando in diverse occasioni le carenze e l’impreparazione militare italiana.
Ma le didascalie, apposte sulle fotografie pubblicate, cercano di negare le evidenti difficoltà italiane, per propagandare una realtà ed un messaggio politico di ben diversi significati.
Simili fotografie, spesso, vengono strumentalizzate non soltanto per attestare ed enfatizzare la tenacia e la forza di volontà delle truppe, impegnate a combattere contro ogni sorta di ostacolo, ma anche per cercare di evidenziare un’arretratezza nelle vie di comunicazione del paese invaso. Il soldato italiano, così, viene rivestito ancora una volta dall’immagine retorica del portatore della civiltà, della cultura, della tecnologia in un paese arretrato, instaurando una politica iconografica estesa a tutti i fronti.
Ma arriva l'inverno delle sconfitte, le disfatte in Africa, il fallimento della guerra parallela. Le fotografie testimoniano le divise rotte e gli sguardi stanchi dei soldati, ma queste immagini vengono censurate ed i fotografi richiamati a rapppresentare la guerra secondo i dettami del regime. Si ampliano gli sguardi sul conflitto, ed oltre alla fotografia del Luce, iniziano a comparire le prime immagini effettuate dagli stessi soldati o dai fotografi privati del luogo.
La fotografia privata spesso interiorizza le modalità dettate dalla propaganda, ma spesso scalfisce l'immagine ufficiale del conflitto, mostrando una realtà diversa da quella raccontata dalla propaganda. Il Reparto Guerra continua a produrre immagini che attestino la tranquillità delle truppe italiane, con scene di vita dalle retrovie. Il conflitto è simulato o ricostruito successivamente all'evento. I rottami di aerei abbattuti, indicati come appartenenti al nemico, attestano l'avvenuta battaglia e cercano di veicolare il messagio della superiorità miltiare italiana.

Ma ben presto, anche tale forma di rappresentazione non è più sufficiente per dimostrare l’imbattibilità dell’esercito propugnata dal regime fascista. Emerge la realtà delle sconfitte, e conseguentemente, la necessità degli aiuti e dell'intervento da parte dell'esercito tedesco per risollevare gli esiti delle battaglie. La fotografia, a questo punto, deve nascondere l’inferiorità militare italiana e la sua subordinazione dall'alleato tedesco, e semmai esaltare l’amicizia fra i due popoli e la fratellanza fra i due eserciti. E proprio allo scopo di celebrare l'unione fra l'Italia e la Germania, iniziano ad essere diffusi francobolli e cartoline con sopra impressi i ritratti di Mussolini ed Hitler.

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1 commento:

Stefano Mannucci ha detto...

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